lunedì 10 dicembre 2018

46P/Wirtanen


La cometa di Natale 2018 si chiama 46P /Wirtanen, scoperta il 17/01/1948 dall'astronomo statunitense Carl Alvar Wirtanen. E' una cometa gioviana con un periodo orbitale di 5,44 anni.
Era stata scelta dall'Agenzia Spaziale Europea come obiettivo della famosa missione Rosetta, ma a causa dell'esplosione del vettore scelto fu deciso di rimandare la missione, pertanto la scelta ricadde su un altro obiettivo: la 67P.
Il suo nucleo è stato stimato avere un diametro di circa 1 km, ben poca cosa rispetto ad una delle comete più famose del secolo scorso, la Hale-Bopp che aveva un diametro di 60 km ma, in virtù della sua vicinanza, si stima che potrebbe arrivare a brillare come una stella di 3-4 magnitudine, per intenderci simile alle stelle principali della costellazione dell'Orsa Maggiore.

Il 17 dicembre si troverà alla minima distanza dalla Terra a soli 0.077 UA ( 11.519.200 km) e ci aspettiamo di poterla vedere ad occhio nudo, anche se non sarà particolarmente spettacolare, ma come dice D. Levy “Le comete sono come i gatti: hanno la coda e fanno esattamente quello che vogliono”, quindi perché non sognare uno spettacolo celeste?

Attualmente la cometa si mostra di un colore verde smeraldo e come un batuffolo di cotone spicca nell'oscurità del cielo. Non mostra un'evidente coda, ma è circondata da un chioma di polveri e gas che aumentano man mano che si avvicina al Sole e il 12 dicembre si troverà al perielio.
Con l'aiuto di un binocolo l'osservazione della Wirtanen risulterà più agevole e sarà molto più gradevole osservarla. Il 15 e 16 dicembre si troverà abbastanza vicino alle Pleiadi, si consiglia di trovare un posto sufficientemente buio e lontano dalle luci cittadine.
46P/Wirtanen

Epoch 2019 Apr. 27.0 TT = JDT 2458600.5
T 2018 Dec. 12.9400 TT MPCW
q 1.055381 (2000.0) P Q
n 0.1812701 Peri. 356.3577 +0.1978514 -0.9592666 T = 2458465.43998 JDT
a 3.092088 Node 82.1539 +0.9044108 +0.0993110 q = 1.0553810
e 0.658683 Incl. 11.7449 +0.3780159 +0.2644711 Earth MOID = 0.07162 AU
P 5.44



Per cercare la cometa si rimanda alle cartine celesti sotto riportate.




Di seguito alcune foto riprese dal nostro osservatorio: 

 

lunedì 26 novembre 2018

La Missione Pathfinder




ASA
Associazione Scientifica Amatoriale
MARTE Missione Pathfinder

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La Missione Pathfinder











Il 4/12/96, da Cape Canaveral, è stata lanciata la sonda Spaziale Pathfinder, con obbiettivo Marte. Nel suo viaggio verso il pianeta rosso i tecnici della NASA hanno effettuato 4 manovre di correzione, previste dalla missione. Il 4/7/96, dopo un’orbita di avvicinamento, durata 4 giorni, alle ore 17.08 UT, la sonda è rimbalzata sul suolo marziano, nella zona chiamata Area VALLIS , iniziando la sua importante missione di esplorazione. Il Pathfinder è la prima sonda del programma NASA’s Discovery , una nuova generazione di sonde rapide da realizzare ed a basso costo, studiate per raggiungere particolari e specifici obbiettivi scientifici.

    La sonda è entrata all’interno dell’atmosfera circa 34 minuti prima dell’impatto col suolo. Inizialmente gli scudi termici l’hanno protetta dalle alte temperatura dovute all’attrito con l’atmosfera, in relazione alla velocità di ingresso della sonda, successivamente si sono aperti i paracaduti per rallentare il moto. Il radar altimetrico, montato a bordo, a circa 1,5 Km da suolo è entrato in funzione, facendo attivare gli “Airbarg”, dodici palloni gonfiati con lo scopo di proteggere la sonda e il suo carico al momento dell’impatto con la superficie di Marte. Successivamente al primo impatto la sonda, ha effettuato alcuni rimbalzi sul suolo, fino a terminare in posizione di quiete. Successivamente gli “AirBag” si sono sgonfiati. Circa 75 minuti dopo l’atterraggio il LANDER si è aperto iniziando le comunicazioni con la terra. Inviando le prime immagini in bianco e nero del suolo marziano. La sonda Pathfinder è composta da un LADER e un Robot Rover “Sojourner”.

ROBOT ROVER SOJOURNER

      Sojourner: nome femminile in onore ad una donna di colore che visse durante i tumultuosi anni della guerra civile americana.
      Il Robot è lungo 65 cm, largo 30 cm,e alto 30 cm, con un peso di 10.6 Kg. Ha a bordo un Alfa Proton spettrometro a Raggi-X, 3 camere per riprese video che forniscono immagini stereo. Ha una potenza max di 16 Watt, i pannelli solari di cui è dotato gli forniscono 100Watt/h per giorno.
      E' dotato di 6 ruote in alluminio dal diametro di 16 cm, e di particolari sospensioni che gli permettono un'ottima stabilita durante la sua marcia sullo scabroso terreno marziano; permettendo al veicolo di inclinarsi di un massimo di 45° su di un lato, di attraversare ostacoli che hanno un altezza di 20 cm. Le ruote sono dotate di sensori che in ogni istante rivelano le condizioni in cui si trova il veicolo, permettendo di arrestare la sua marcia in situazioni critiche. Ogni ruota si muove in modo indipendente dalle altre.
      Inoltre, il veicolo compie una serie di esperimenti che permetteranno di migliorare i futuri Robort da inviare su Marte. Questi esperimenti includono: ricostruzione geometrica del suolo tramite le immagini del veicole e del Lander; studio del suolo, che aiuteranno a costruire nuovi modelli di ruota. Gli srumenti a bordo del Sojourner, determineranno le condizione del veicolo, informando sulle condizioni del veicolo stesso; controllerà l'efficacia dei collegamenti radio, verificherà l'abrasione dei diversi materiali che compongono le ruote.
      Gli scienziati inoltre studerianno l'aderenza delle polveri accumolate sui pannelli solari, e direttamente misurare la massa tramiite il sensore di microbilanciamento al quanrzo.
      Il veicolo è dotato di un computer con microprocessore Intel 80C85, 8-bit che esegue 100.000 istruzioni al secondo. Questo Microprocessore è stato scelto per il basso costo e per l'affibilità dimostrata. Il computer permette al veicolo di muoversi autonomamente sul suolo marziano decidendo il percorso più vantaggioso per raggiungere un obbiettivo.

      IL LANDER

      Il Lander  ha una struttuta piramidale, e poggia su 3 lati dove sono alloggiati pannelli solari per una superficie totale di 0,9 metri, che gli forniscono un'energia di 1,200 Watt/ora per ogni giorno. Inoltre è dotato di una batteria Argento-Zinco che gli fornisce una potenza di 40 Amp-ora durante la notte. Il Lander è dotato di strumenti per il rivelamento delle caratteristiche dell'atmosfera e della metereologia di Marte. Ha una telecamera composta da due ottiche che permettono la visione stereo, questa è dotata di filtri per acquisire immagini a 12 colori nelle bande comprese tra 0,35-1,1 micron.Dalla composizione di immagini , ottenute con fitri diversi, si ottiene l'immagine finale. La telecamera ha un campo di visione di 14° sia in verticale che in orizzontale, e rileva un frame ogni 2 secondi (256x256 pixel). La sonda è dotata di un antenna per il trasferimento dei dati acquisiti alla terra. I dati raccolti vengono immagazzinati nel computer IBM 6000 (32-bit), in grado di eseguire 20 milioni di istruzioni al secondo che ha una capicita di 128MB Ramdon. Il computer ha il compito di immagazzianare e successivamente trasmettere a terra i dati raccolti duranteil volo, la discesa sul pianeta, nonchè tutte le informazione che fotnite dagli strumenti del Lander ed del Rover. Il lander dovrebbere restare attivo per circa 30 giorni.

      Gli OBIETTIVI della MISSIONE**




L'obbiettivo della missione Mars Pathfinder, è lo studio scientifico della forma e struttura della superfice di Marte, la sua geologia, con il compito di esaminare la composizione degli elementi e la mineralogia della superfice del pianeta rosso; esaminare le proprietà magnetice delle polveri, e condurre una serie di ricerche sull'atomsfera, esaminandone la struttura e i fenomeni metereologici; studiare i meccanismi e le proprietà del materiale del suolo; studiare la rotazione e l'orbita di Marte.
Nei giorni della missione la telecamera stereo del lander ha effettuato riprese panoramiche della superficie, che serviranno per lo studio geologico del pianeta e l'interazione con l'atmosfera. Studiando la disposizione delle rocce gli scienziati cercheranno di capire i processi geologici che hanno creato e modificato Marte. Il rover nel contempo ha effettuato delle riprese durante il suo movimento sulla superficie marziana; analizzando le tracce che le ruote imprimono sul suolo, gli studiosi cercheranno di trovare delle risposte alle loro domande. L'APXS montato sul veicolo serve a misurare la composizione delle rocce e della superficie e la loro mineralogia.












      Marte visto da HUBBLE. La prima immagine ottenuta il 18/8/96, quella sotto il 15/10/96. Si noti l'evoluzione atmosferica nella calotta polare.


      ">Nell'immagine è rappresentata la temperatura rilevata dal lander - punti blu - e dalla sonda Viking - punti in nero.
      Durante l'"ammartaggio" il Pathfinder, ha misurato la temperatura, la densità dell'atmosfera a vari altitudini, iniziando a registrare i dati a circa 120 km dal suolo. I dati verranno comparati con quelli della missione Viking, antecedente di 20 anni. In questa fase, ma anche successivamente, sono stati registrati i dati relativi alla velocità e direzione dei venti, la distribuzione e l'abbondanza del vapore acqueo nell'atmosfera.
      La dinamica della rotazione e dell'orbita del pianeta vengono studiate tramite banda -X e l'effetto Doppler ottenuti attraverso i segnali radio tra il lander e la Terra. Misurando l'intervallo tra l'invio e il ritorno dei segnali si determinerà in modo accurato la distanza tra la Terra e l'Ares Vallis, dov'è atterrato il lander. I tecnici dopo alcuni giorni sono stati in grado di stabilire con l'approssimazione di un metro il punto esatto in cui si trova il lander.
      Una volta ottenute queste informazioni si è potuto determinare con esattezza il polo di rotazione di Marte. Conoscendo l'orientamento e la rotazione dell'asse del pianeta gli scienziati potranno calcolare il graduale spostamento nello spazio dei poli verificato nel corso di molti secoli. Queste misurazioni verranno confrontate con quelle ottenute dalla sonda Viking, per confermare la teoria nella quale si ipotizza che Marte abbia un "cuore" metallico. Si spera così di ottenere nuove ipotesi che agiscono sui materiali volatili, quali l'acqua e il diossido di carbonio, che ciclicamente mutano di stato, da solido a gassoso e viceversa. Ciò dovrebbe gettare nuova luce anche sul rapporto che intercorre tra i cambiamenti di densità dell'atmosfera e le variazioni di dimensione dei poli.
      Ares VallisAres Vallis (clicca sull'immagine)
      Il luogo scelto dalla NASA per l'atterraggio del lander è ubicato in una zona di Marte chiamata Ares Vallis, ove si verificarono grosse inondazioni di acqua. L'Ares Vallis si trova a 19°4' di longitudine N e 33°1' di latitudine W, a circa 850 km a sud del luogo in cui sbarcò il Viking 20 anni fa. La zona è caratterizzata da un canale di deflusso e da una varietà di rocce. Il luogo è stato scelto da un team di 60 scienziati, che hanno dovuto tener conto di fondamentali esigenze legate alla missione. Occorreva anzitutto che il flusso dei raggi solari fosse il più intenso possibile (per permettere al robot Sojourner di avere l'energia per funzionare al meglio), che la traiettoria di atterraggio fosse tale da consentire una corretta decelerazione e infine che la zona non fosse accidentata al punto da ostacolare il rover durante l'esplorazione.




DATI SCIENTIFICI DELLA MISSIONE MARS PATHFINDERS

LE MISSIONI alla scoperta di MARTE











Mars 1, USSR, 11/1/62, Mars flyby, lost at 65.9 million miles (106 million kilometers)
Mariner 3, U.S., 11/5/64, Mars flyby, shroud failed
Mariner 4, U.S. 11/28/64, first successful Mars flyby 7/14/65, returned 21 photos
Zond 2, USSR, 11/30/64, Mars flyby, failed to return planetary data
Mariner 6, U.S., 2/24/69, Mars flyby 7/31/69, returned 75 photos
Mariner 7, U.S., 3/27/69, Mars flyby 8/5/69, returned 126 photos
Mariner 8, U.S., 5/8/71, Mars flyby, failed during launch
Mars 2, USSR, 5/19/71, Mars orbiter/lander arrived 11/27/71, no useful data returned
Mars 3, USSR, 5/28/71, Mars orbiter/lander, arrived 12/3/71, some data and few photos
Mariner 9, U.S., 5/30/71, Mars orbiter, in orbit 11/13/71 to 10/27/72, returned 7,329 photos
Mars 4, USSR, 7/21/73, failed Mars orbiter, flew past Mars 2/10/74
Mars 5, USSR, 7/25/73, Mars orbiter, arrived 2/12/74, some data
Mars 6, USSR, 8/5/73, Mars orbiter/lander, arrived 3/12/74, little data return
Mars 7, USSR, 8/9/73, Mars orbiter/lander, arrived 3/9/74, little data return
Viking 1, U.S., 8/20/75, Mars orbiter/lander, orbit 6/19/76-1980, lander 7/20/76-1982
Viking 2, U.S., 9/9/75, Mars orbiter/lander, orbit 8/7/76-1987, lander 9/3/76-1980; combined, the Viking orbiters and landers returned 50,000+ photos
Phobos 1, USSR, 7/7/88, Mars/Phobos orbiter/lander, lost 8/88 en route to Mars
Phobos 2, USSR, 7/12/88, Mars/Phobos orbiter/lander, lost 3/89 near
Phobos Mars Observer, U.S., 9/25/92, orbiter, lost just before Mars arrival 8/22/93 (8/21/93 PDT/EDT)
Mars Global Surveyor, 11/7/96, orbiter, en route to orbit insertion 9/12/97 (9/11/97 PDT/EDT)
Mars 96, Russia, 11/16/96, orbiter and landers, failed during launch
Mars Pathfinder, U.S., 12/4/96, en route to landing 7/4/97











Fonte NASA










** Questo articolo è stato pubblicato sul CD-ROM "Destinazione Marte" allegato alla rivista Computer Valley e al qotidiano "la Repubblica"

lunedì 12 novembre 2018

Astronomi: Bernardi e Carbignani

La notte internazionale della Luna 20 ottobre 2018. Come ogni anno anche il nostro osservatorio aderisce a questa iniziativa aprendo al pubblico la struttura. I visitatori ammirano il nostro merqviglioso satellite tramite i vari telescopi.
La luna la primo quarto illumina il bellissimo panaroma innanzi all'osservatorio. registriamo il sold-out.
Aspettiamo che il pubblico se ne vada per poter iniziare l'attività di ricerca sugli asteroidi.
Nell'oscurità due figue si avvicinano, pensiamo che si tratti dei soliti ritardatari ed invice, l'uomo pronuncia il mio nome.
E' Fabrizio Bernardi, l'astronomo che ha scoperto Aphopis e la cometa 268P porta il suo nome.


Martina Fragari, Romina Agresti, Luca Nerli, Luciano Tesi, Martina Maestripieri, Fabrizio Bernardi, Io.

E cosi abbiamo avuto l'onore ed il paicere di misurare un NEOCP. Il giorno dopo è uscita la circolare relativa alla coperta del NEA 2018 UO1, Un onore avere tra gli osservatori Fabrizio che si occupa da anni presso lo SpaceDys dello studio della dinamica degli asterodi, determinando l'orbita e calcolando la probabilità di impatto sulla Terra, tramite il sito NeoDys.


Sabato 27 ottobre, a Genova nel corso della manifestazione Festival della scienza, l'Astronomo Albino Carbognani racconta la storia della scoperta dell'anello intorno al Pianeta nano Haumea.

Il gruppo deico-scopritori di San Marcello si sono recati a salutare l'Astronomo che è rimasto piacevolmente sopreso della nostra presenza.
"A poco più di un anno dalla pubblicazione su "Nature" della scoperta dell'anello attorno al pianeta nano Haumea, è stata una vera emozione illustrare a un folto pubblico la storica occultazione stellare del 21 gennaio 2017. Se poi sei al Festival della Scienza di Genova e ti trovi in sala, a sorpresa, il team dell'osservatorio di San Marcello Pistoiese coautore della scoperta, il piacere raddoppia. Tanta la curiosità delle persone che, per oltre un'ora e mezza, ha viaggiato con la mente verso i confini del Sistema Solare. Un grazie di cuore all'Associazione Ligure Astrofili Polaris che ha gestito in modo impeccabile tutta l'iniziativa!"

Di seguito il video della conferenza







venerdì 9 novembre 2018

ANSA

Sull ansa il mio intervento su alcuni asteroidi che si avvicinerranno a nvembre 2018 alla Terra



sabato 22 settembre 2018

Bolide del 20/09/2018

La sera del 20 settembre, mentre eravamo in osservatorio giungeva un messaggio da Domenico Antonacci, informandoci che alle ore 21:36 circa aveva visto un bolide luminoso ad ovest.

La telecamera PRISMA del nostro osservatorio non ha registrato nessun "evento"  questo significa che il meteorite non è stato ripreso e che  quindi non sono stati acquisiti i frames singoli. Guardando nelle cartelle, nelle quali comunque vengono salvate le immagini, troviamo un frames nel quale si vede il bolide basso sull'orizzonte sud-Ovest






Immediatamente si è cercato di individuare un'ipotetica zona interessata all'evento.


Come si vede, la zona interessata dall'evento verosimilmente ricade in Sardegna-

Nel frattempo molte segnalazioni arrivano sui social, grazie alle quali è stato possibile determinare in modo più preciso la traiettoria.


Le osservazioni visuali confermano le previsioni da noi effettuate.

La notizia dell'avvistamento viene riportata il giorno successivo  in varie testate on-linw: RepubblicaAnsa, Olbia ecc e sulla pagina del progetto PRISMA.



sabato 25 agosto 2018

a caccia di comete con gli studenti

studenti  San Marcello
Premessa
Nell’ambito dell’attività di alternanza scuola-lavoro, tramite il liceo scientifico E. Fermi di San Marcello P.se, ho quest’anno scelto di svolgere tale impiego presso l’Osservatorio Astronomico della Montagna Pistoiese, struttura pubblica del Comune di San Marcello Piteglio. Ciò che mi ha spinto a tale decisione, oltre al consiglio di amici e insegnanti, è stato il desiderio di poter approfondire le mie conoscenze in tale campo che mi ha da sempre molto affascinato.
Devo dire che alla fine, questa attività ha soddisfatto le mie aspettative a pieno. Infatti oltre allo svolgimento dell’attività di accoglienza, mi ha dato l’opportunità di assistere sia a spiegazioni (come quelle sul sistema solare, eclissi, struttura dell’universo, costellazioni, asteroidi e corpi minori, archeoastronomia), sia alla parte più pratica dell’osservazione (funzionamento e puntamento del telescopio, attività di ricerca notturna e sviluppo delle immagini) ponendomi, così davanti, un quadro completo del lavoro di un astrofilo. Infine, grazie a eventi come l’Asteroid Day, e varie serate dedicate all’osservazione (eclissi lunare, “stelle cadenti”, opposizione di Marte), ho potuto partecipare attivamente all’attività usufruendo delle competenze acquisite (illustrazione costellazioni, puntamento telescopio, intrattenimento del pubblico). Di particolare interesse è stata l’attività di ricerca finalizzata allo studio delle comete, oggetti assai affascinanti per conformazione e composizione, di cui è stato possibile svolgere l’analisi delle polveri emesse.
Introduzione
Le comete (termine che deriva dal greco e che significa “dotato di chioma”) sono corpi celesti composti da rocce mescolate a gas congelati, acqua, metano, ammoniaca e polvere. Quando esse si trovano nelle vicinanze del Sole, avviene la sublimazione delle sostanze volatili: la rarefatta atmosfera che si forma intorno al nucleo prende il nome di chioma mentre la forza esercitata sulla chioma dal vento solare forma la cosiddetta coda che vediamo sempre in direzione opposta al Sole.
Figura 1 – Le caratteristiche principali di una cometa (nucleo, chioma, coda)
Alcune comete hanno un’orbita ellittica e chiusa, che fanno sì che questi corpi celesti si ripresentino periodicamente, mentre altre percorrono un’orbita aperta e quindi passano solo una volta in prossimità del Sole.
studenti  San Marcello
Figura 2 – Schema dei tre tipi di orbita di una cometa
Esistono diverse categorie di comete come quelle appartenenti alla famiglia delle gioviane, JFC (Jupiter Family Comets), costituita da comete che hanno un periodo orbitale compreso tra circa 5 e 20 anni.
Ci sono poi le comete a corto periodo che percorrono la loro orbita in meno di 200 anni e le comete a lungo periodo che, avendo un’orbita caratterizzata da una elevata eccentricità, possono percorrerla in una lasso di tempo che va dai 200 fino ad arrivare a migliaia o addirittura milioni di anni.
In considerazione di questo, si pensa che le prime provengano dalla zona del Sistema Solare chiamata fascia di Kuiper o da quella del Disco Diffuso, mentre le seconde dai confini del Sistema Solare, cioè dalla Nube di Oort.
studenti  San Marcello2
Figura 3 – Rappresentazione grafica del Sistema Solare con la Fascia di Kuiper (30 – 50 UA) e Nube di Oort (oltre 5000 UA) da dove provengono la maggior parte delle comete
Metodo
Utilizzando il telescopio principale da 0,60-m f/4 abbinato al CCD Moravian G8003 monocromatico, utilizzato a binninig 4×4 con risoluzione di 1.85”/pixel e FOV 25’x19′ e ruota porta filtri, in data 19 agosto 2018 abbiamo acquisito le immagini di sei comete indicate in Tabella 1 con l’intento di studiare la morfologia e misurare l’emissione di polveri tramite Afrho che è il prodotto di tre quantità: A (albedo), f (filling factor), rho (raggio della finestra circolare utilizzata per la fotometria); questo valore è riferito alle polveri emesse dalle comete [1].
Per le comete più luminose si è utilizzato il filtro R (non fotometrico) mentre per le altre più deboli, le immagini sono state effettuate in luminanza. Per ogni cometa sono state acquisite un sufficiente numero di immagini come indicato in Tabella 3, le quali sono state sommate o mediate tra loro per ottenere le misure. Per quanto concerne la cometa 29P al momento delle riprese era troppo vicina ad una stella luminosa per cui non è stato possibile ottenere misure.
Le immagini ottenute sono state sommate o mediate sul motion della cometa e tramite il software Wafrho versione 2.6 di Roberto Trabatti della Sezione Comete [2] dell’ UAI – Unione Astrofili Italiani – e del progetto CARA[3] sono state analizzate le immagini per determinare il valore Afrho come indicato in Tabella 3. Per ogni cometa sono stati estrapolati gli elementi orbitali dal sito JPL Small-Body Database Browser[4] (Tabella 1), mentre dal Minor Planet Center [5] sono stati acquisiti i dati relativi alle effemeridi (Tabella 2).
Per ogni cometa, inoltre, si è provveduto a calcolare, all’epoca dell’osservazione, i giorni al perielio come indicato in Tabella 3.
Risultati
Dall’analisi dei risultati si è notato che la cometa a lungo periodo C/2017 M4 ATLAS ha una forte emissione di polveri nonostante si trovi ancora lontano dal Sole ad una distanza di 3,5 UA; a Gennaio del 2019 raggiungerà il perielio per cui è probabile che nei prossimi mesi si possa notare un aumento della quantità di polveri emesse. Al contrario la C/2018 C2 ha l’emissione più bassa da noi rilevata, nonostante si trovi a poco più di 2 UA dal Sole, dopo averlo superato. La cometa periodica 21P è particolarmente attiva in quanto si trova in prossimità del Sole e la sua luminosità sta man mano aumentando tanto da renderla l’oggetto chiomato attualmente più luminoso.
studenti  San Marcello3
In Figura 4 si mettono in correlazione la distanza dal Sole delle comete con le misure Afrho ottenute, mentre in Figura 5 vengono indicati i giorni al perielio, la magnitudine delle comete e il valore Afrho.
Figura 3 – Rappresentazione grafica del Sistema Solare con la Fascia di Kuiper (30 – 50 UA) e Nube di Oort (oltre 5000 UA) da dove provengono la maggior parte delle comete
Metodo
Utilizzando il telescopio principale da 0,60-m f/4 abbinato al CCD Moravian G8003 monocromatico, utilizzato a binninig 4×4 con risoluzione di 1.85”/pixel e FOV 25’x19′ e ruota porta filtri, in data 19 agosto 2018 abbiamo acquisito le immagini di sei comete indicate in Tabella 1 con l’intento di studiare la morfologia e misurare l’emissione di polveri tramite Afrho che è il prodotto di tre quantità: A (albedo), f (filling factor), rho (raggio della finestra circolare utilizzata per la fotometria); questo valore è riferito alle polveri emesse dalle comete [1].
Per le comete più luminose si è utilizzato il filtro R (non fotometrico) mentre per le altre più deboli, le immagini sono state effettuate in luminanza. Per ogni cometa sono state acquisite un sufficiente numero di immagini come indicato in Tabella 3, le quali sono state sommate o mediate tra loro per ottenere le misure. Per quanto concerne la cometa 29P al momento delle riprese era troppo vicina ad una stella luminosa per cui non è stato possibile ottenere misure.
Le immagini ottenute sono state sommate o mediate sul motion della cometa e tramite il software Wafrho versione 2.6 di Roberto Trabatti della Sezione Comete [2] dell’ UAI – Unione Astrofili Italiani – e del progetto CARA[3] sono state analizzate le immagini per determinare il valore Afrho come indicato in Tabella 3. Per ogni cometa sono stati estrapolati gli elementi orbitali dal sito JPL Small-Body Database Browser[4] (Tabella 1), mentre dal Minor Planet Center [5] sono stati acquisiti i dati relativi alle effemeridi (Tabella 2).
Per ogni cometa, inoltre, si è provveduto a calcolare, all’epoca dell’osservazione, i giorni al perielio come indicato in Tabella 3.
Risultati
Dall’analisi dei risultati si è notato che la cometa a lungo periodo C/2017 M4 ATLAS ha una forte emissione di polveri nonostante si trovi ancora lontano dal Sole ad una distanza di 3,5 UA; a Gennaio del 2019 raggiungerà il perielio per cui è probabile che nei prossimi mesi si possa notare un aumento della quantità di polveri emesse. Al contrario la C/2018 C2 ha l’emissione più bassa da noi rilevata, nonostante si trovi a poco più di 2 UA dal Sole, dopo averlo superato. La cometa periodica 21P è particolarmente attiva in quanto si trova in prossimità del Sole e la sua luminosità sta man mano aumentando tanto da renderla l’oggetto chiomato attualmente più luminoso.
In Figura 4 si mettono in correlazione la distanza dal Sole delle comete con le misure Afrho ottenute, mentre in Figura 5 vengono indicati i giorni al perielio, la magnitudine delle comete e il valore Afrho.
Autori
Simone Sisi – studente 4° Liceo Scientifico Istituto Omnicomprensivo San Marcello Pistoiese
Paolo Bacci GAMP – Gruppo Astrofili Montagna Pistoiese
Martina Maestripieri GAMP – Gruppo Astrofili Montagna Pistoiese
Bibliografia
[1] Af[rho] – semplificato in Afrho che cosa è www.astrocavezzo.it
[2] Sezione Comete UAI http://comete.uai.it/
[3] CARA Project http://cara.uai.it/
[5] Minor Planet Center https://www.minorplanetcenter.net/

FIGURE
studenti San Marcello corr
Figura 4 – Correlazione tra la distanza dal Sole della cometa ed il valore Afrho trovato.

studenti San Marcello mag
Figura 5 – Giorni al perielio, magnitudine delle comete. Il colore rappresenta la quantità Afrho. 

TABELLE
Cometa
e
a
q
i
node
peri
tp
Periodo
C/2018 C2
Lemmon
1,0017
-1125,8
1,95
34,45
91,14
134,13
22/02/2018
 
C/2017
M4 ATLAS
1,0010
-2980,5
3,25
105,65
65,86
167,63
18/01/2019
 
21P Giacobini-Zinner
0,710
3,499
1,01
32,00
195,40
172,83
10/09/2018
6,55
29P/Schwassmann-Wachmann
0,054
5,988
5,71
9,39
312,63
48,48
05/06/2004
14,65
46P
Wirtanen
0,658
3,089
1,05
11,74
82,16
356,34
12/12/2018
5,43
78P
Gehrels
0,461
3,735
2,01
6,25
210,54
192,91
25/10/2004
7,22
Tabella 1 – Nella prima colonna viene indicata la sigla e il nome della cometa, nella seconda l’eccentricità, nella terza il semiasse, nella quarta il perielio, nella quinta l’inclinazione, nella sesta il nodo ascendente, nella settima l’argomento del perielio, nell’ottava la data del passaggio al perielio e nell’ultima il periodo orbitale.
Cometa
D
r
El
Ph
m1
C/2018 C2 Lemmon
1,92
2,17
90,1
27,7
17,8
C/2017 M4 ATLAS
3,37
3,55
91,8
16,5
14,2
21P G-Z
0,46
1,06
83
71,1
7,7
29P/S-W
4,83
5,77
155,7
4,0
15,0
46P/Wirtanen
0,95
1,77
130,1
1,25
17,6
78P/Gehrels
1,66
2,66
170
3,4
15,1
Tabella 2 – Nella prima colonna viene indicata la sigla e il nome della cometa, nella seconda la distanza dalla Terra in UA, nella terza la distanza dal Sole in UA, nella quarta l’elongazione, nella quinta l’angolo di fase, nella sesta la magnitudine.

Cometa
Immagini – Tempo di posa
Filtro Utilizzato
Afrho
(cm)
Giorni
al Perielio
C/2018 C2 Lemmon
30 30 sec
Unfilter
25
78
C/2017 M4 ATLAS
49 30 sec
Unfilter
920
-152
21P Giacobini-Zinner
100 5 sec
Filtro R
/
 
29P/Schwassmann-Wachmann
39 30 sec
Filtro R
659
-22
46P/Wirtanen
60 30 sec
Unfilter
60
-115
78P/Gehrels
30 30 sec
Filtro R
204
-226
Tabella 3 – Nella prima colonna viene indicata la sigla e il nome della cometa, nella seconda il primo valore corrisponde al numero di immagini acquisite ed il secondo il tempo di esposizione di ciascuna, nella terza il tipo di filtro utilizzato al momento della ripresa, nella quarta il valore Afrho relativo ad una distanza media di circa 4000 km dal nucleo, nell’ultima i giorni prima o dopo il passaggio al perielio.

domenica 19 agosto 2018

Bolide 18 agosto 2018

Verso le ore 20:55 è stato avvistato in direzione Est un bolide molto luminoso, alcuni riferiscono di aver sentito anche un boato.
In attesa di avere ulteriori informazioni sull'evento, sono state visionate le immagini della telecamera All-sky installata presso l'Osservatorio Astronomico della Montagna Pistoiese, che fa parte del progetto PRISMA.
Il GAMP . Gruppo Astrofili Montagna Pistoiese - è stato uno tra i primi osservatori italiani ad aderire a PRISMA dell' INAF: un networ di telecamere per rilevare bolidi luminosi visibili su tutto il territorio nazionale il cui ultimo fine è quello di riuscire ad trovare eventuali frammenti meteoritici.

Le immagini ottenute dalla nostra telecamera alle ore 18:55 UT mostrano una scia luminosa ad est, molto bassa sull'orizzonte.

Ulteriori analisi dovrebbero ermettere di determinare la luminosità del bolide - non era ancora notte - confrontandola con la luce della Luna che si trovava a fase 0.57.
Altre telecamere PRISMA sono riuscite a catturare la meteore ciò potrebbe permettere di determinare con sufficiente precisione l'orbita del bolide.



Nell'immagine a destra la ripresa della telecamera con riportate le coordinate celesti AR e Dec. Con un quadratino di colore giallo si evienzia la scia lasciata dal bolide. Viene inotre indicata la Luna. A sinistra un ingrandimento della scia in falsi colori per evidenziarla. Risulta avere una lungezza di oltre 5°.

Seguiranno ulteriori aggiornamenti.

Le telecamere della rete PRISMA di Trieste e Capua hanno documentato l'evento.
Nell'immagine seguente le tracce del bolide sono state assemblate in un unica immagine. Il Nord è in basso, l' Est a destra.


Partendo dall'immagine con i 3 detector ho provato a determinare la traittoria del bolide, in modo molto approssimativo. Il risultato e abbastanza coerente con quello pubblicato sul portale PRISMA.


Ulteriore anaisi delle tra immagini


Approssimativamente l'evento avrebbe avuto luogo a circa 84 Km e terminato a 64 km. (in modo molto approssimativo ).

Sul quotidiano LA NAZIONE una descriizone dell'evento

mercoledì 1 agosto 2018

Eclisse Totale di Luna

Il 27 luglio 2018 il nostro satellite è stato oscurato dall'ombra terrestre in quella che è stata definita l'eclissi totale di Luna del Secolo per la sua durata di ben 1 ora e 43 minuti.
Superfluo sottolineare quanto i mass media abbiamo pubblicizzato l'evento dell'anno, dando così la possibilità alle associazioni astrofili di tutta italia di fare il pienone.

Anche il GAMP - Gruppo Astrofili Montagna Pistoiese - ha organizzato una serata speciale, facendo registrare il tutto esaurito. Oltre 500 persone si sono presentate in osservatorio e nell'adiacente Parco delle Stelle, riscuotendo un notevole successo anche sui media locali (Pisa - Pistoia - Coelum, ecc)

                                            Il servizio di TVL

Abbimao realizzato anche una diretta streaming ottennendo un discreto numero di visualizzazioni.

La Luna come previsto, fa capolino dalle montagne ad Est alle ore 21:10, quando l'ombra della Terra l'aveva già morsicata per circa la metà del suo diametro. Il rossore della parte illuminata, dovuto alla sua bassa altezza sull'orizzonte, rendendo lo spettacolo affascinate. Il cielo ancora chiaro di un azzuro mare,  ad ovest glì ultimi bagliori di un tramonto rendevano il paesaggio surreale.
E così alle 21:30 inizia la totalità. la Luna si tinge di rosso, rosso sangue, scuro tanto che non è  visibile nella macchina fotografica.

Man mano che il tempo passa il cielo si scurisce e cosi possiamo assitestere ad uno spettacolo che toglie il fiato: ad ovet Venere l'oggetto più spendente nel cielo, vicino al meridiano Giove, seguito dal signore degli anelli Saturno, la Luna che alle 22:20 circa nel massimo della totalità si tinge di un rosso scuro e poco sotto Marte che ha raggiunto l'opposizione sembra enorme.

Il cielo stellato, tagliato da quella candida luce biancastra della Via Lattea che sembra taglare in due la volta celeste.

E così in questa insolità notte, le emozioni hanno il sopravento sull'aspetto scientifico abbandonandosi in quell'infinito firmamento dove lo sguardo si perde incredulo.



In un attimo ti rendi conto di essere tutt'uno con quell'universo e il pensiero ti porta lontano, come in un macchina del tempo. Provi ad immaginare cosa hanno provato i primi essere pensanti che abitavano questo insignificante , ma così importante corpo celeste che è la nostra casa.
La Luna, che per gli antichi regolava il tempo assieme al Sole,  all'improvviso   viene oscurata lentamente per poi assumere un colore tetro.



Assitendo a quello strano fenomeno ti rendi conto come gli antichi abbiano attributito un valore di così fondamentale importanza al nostro satellite, e cenrtamente il suo colore cosi intenso non doveva presagire nulla di buono.
Poi all'improvviso la sua luminostà aumenta nuovamente e pian piano ritorna a rispendere come sempre. In poco tempo la sfera celeste viene irraggiata dalla luce lunare e le stelle spariscono in quel chiarore perdendosi.
In quei 103 minuti di totalità rivedi le incisioni nei più antichi reperti archeologici, risenti risuonare le melodie, ascolti le lodi e le poesie che inneggiano alla Luna, vedi il piede di Neil Armstrong, e inevitabilmente ascolti The dark side of the Moon dei Pink Floyd.


 In questo viaggio nel tempo comprendi quanto sei fortunato. In miglia di anni uomini lungimiranti, curiosi, determinati e dotati di immense doti, ci hanno permesso di comprendere con semplicità l'estrema complessità della natura.
E così oggi, aprendo un APP del telefonino, possiamo sapere con anticipo ed estrema precisione le cose celesti. Lo facciamo con una facilità disarmante, quasi con superficilità, come se tutto ciò fosse ovvio, pronti ad assistere al prossimo spettacolo sia esso terreste o celeste.



Guardo ancora una volta la Luna, ormai quasi interamente illuminata dalla luce solare.
Il pubblico per lo più se ne è andato, infondo la totalità è terminata da tempo. Già, TEMPO, questa strana entità-grandenza, tic-tac, TIME (in The dark side of the Moon).
Time - Pink Floyd Roger Water Lucca 2018

Non abbiamo mai TEMPO, sempre di corsa, e cosi anche per questa eclisse ( si, si puo dire anche cosi oltre a eclissi). Lo spettacolo è finito, anche se non sono scorsi i titoli di coda, ritorniamo alle nostre importanti faccende.
Ancora un po di TEMPO per gurdare la Luna, e per cercare di comprendere quanto noi essere intelligenti abbiamo fatto di bene e di male al nostro "amato" pianeta, alla nostra UNICA casa.
Manca ancora poco TEMPO alla fine dell'eclissi del secolo, è il pensiero va a Pietro, mio nonno, che fin da quando ero piccolo mi racocntava dello spettacolo dell'eclissi di Sola e Luna.
E cosi per una volta ho vissuto il mio TEMPO.

Animazione dell'Eclise ripresa dalla telecamera PRISMA. (clicca per ingrandire)







sabato 7 luglio 2018

21P

Dall'osservatorio della Montagna Pistoiese è stat ripresa la cometa 21P Giacobini-Zinner, appartenete alla famiglia delle comete Gioviane.
Scoperta il 20 dicembre del 1900. La particolarità della sua orbita fa si che la cometa venga influenzata dalla forza gravitazionale di Giove.
La cometa è stata oggetto di studio della sonda International Cometary Explorer, che ha attraversato la sua coda di plasma l'11 settembre 1985.

di seguito l'immagine ottenuta ed elaborata da mauro facchini dell'osservatorio di Cavezzo, mentre attraversa la Via Lattea

Epoch 2018 Mar. 23.0 TT = JDT 2458200.5
T 2018 Sept. 10.2750 TT                                 MPCW
q   1.012868             (2000.0)            P               Q
n   0.1506228      Peri.  172.8531      +0.9846348      -0.1034559              T = 2458371.77501 JDT
a   3.498450       Node   195.3962      +0.1221366      +0.9837799              q =     1.0128685
e   0.710481       Incl.   31.9980      +0.1248077      -0.1465399     Earth MOID = 0.01632 AU
P   6.54
 
Di seguita il diagramma della sua orbita
 

giovedì 5 luglio 2018

2015 LA37 recovery

La sera del  04 luglio del 2018 improvvisamente compare nella pagina NEOCP un nuovo oggetto di 19.7 mag con motion 4.25 e 247 PA. osservato solo dall' I41 Palomar Mountain.
Immeditamente ci diamo alla caccia e riusciamo ad individuarlo. Poco dopo aver inviato le misure al MPC l'oggetto esce dalla pagina NEOCP.
Successivamente esce la circolare MPEC 2018-N15 : 2005 LA37 dove viene confermata la recovery del NEA.


mercoledì 13 giugno 2018

Asteroid Day 2018

Il 30 giugno 2018 si svolgerà la 4^ edizione dell'Asteroid Day, giornata internazionale dedicata agli asteroidi per informare l'opinione pubblica sul pericolo di impatto degli asteroidi.
Presso l'Osservatorio Astronomico della Montagna Pistoiese si svolgerà un evento per celebrare tale manifestazione.
La giornata avrà inizio alle ore 16:00 con un intervento di Paolo Bacci, Responsabile della Sezione Asteroidi dell'UAI, sulla storia e sulla caratterizzazione degli asteroidi; a seguire verrà presentato da 4 studenti che hanno svolto l'attività di alternanza scuola lavoro presso l'Osservatorio, un brillante lavoro da loro effettuato, relativo alle curve di luce. Successivamente Domenico Antonacci, Presidente dell'A.C.A., riferirà sullo stato attuale del Progetto A.M.I.C.A. (Asteroid Mitigation, Information and Coordination Activity).
Infine Paolo Bacci e Martina Maestripieri presenteranno i risultati ottenuti in questi anni dall'Osservatorio di San Marcello.

Il clou della giornata ci sarà alle ore 21.15 quando interverranno illustri professionisti del Dipartimento di Matematica dell'Università di Pisa. In particolare il Professor Andrea Milani, uno dei maggiori esperti al mondo di meccanica celeste, parlerà del pericolo di impatto asteroidale con il nostro pianeta mentre l'intervento del Professor Giovanni Federico Gronchi sarà focalizzato sulla determinazione delle orbite degli asteroidi ed in particolare di quelli vicino alla Terra.


mercoledì 9 maggio 2018

51* Congresso nazionale UAI

Si è svolto presso l’Osservatorio Polifunzionale del Chianti, nel Comune di Barberino Val d’Elsa (FI) il 51* Congresso Nazionale dellUAI

Domenica 6 maggio sono sul palcoscenico le sezioni di ricerca.
In tale occasione ho presentato il nuovo logo della Sezione Asterodi ideato da Franco Taccogna.

Inoltre è stato presentato il nuovo sito asteroid.uai.itasteroidi.uai.it, che presenta alcune novità.

di seguito il video del mio intervento



domenica 22 aprile 2018

130 Elektra occultazione

Nell'ambito della Sezione Asteroidi dell 'UAI - Unione Astrofili Italiani - è stata lanciata da Piero Baruffetti, presidente del GAM Gruppo Astrofili Massesi, una campagna osservtiva inerente l'occultazione dell'asteroide 130 Elektra prevista per l'itila in data 21/04/2018 alle ore 02:31 locali ( 00:31 UT).
Il cui percorso è indicato nella cartina di seguito riportata.


Dall'Osservatorio Astronomico della Montgna Pistoiese utilizzando il telescopio da 0.60 cm F/4, munito di CCD 1024x1024, con una risoliziondìne di 2" pixel e FOV  35'x35', in considerazione dell'alta probabilita di poter registrare il fenomeno abbiamo effettuato una sesisone osservativa .

Al fine di ottimizzare i tempi di acquisizione delle immagini abbiamo ridotto il campo inqudratto, effettuando pose da 1 secondo unfilter.

Nell'immagine  sopra sono indicati con T il target, ovvero la stella occultta dall'asteroide Elektra e le stelle di riferimento utilizzate per la riduzione fotometrica.


Abbiamo inziato a riprendere immagini 5 minuti prima dell'ora prevista dell'evento e 5 minuti dopo.

Nell'animazione si puo vedere il calo di luminosita della stella occultata dall'asteroide.

Al termine le immagini sono state elaborate con specifico software al fine di misurare la variazione di luminosita della stella (TYC 0408-00029-1) di mag. 11.6, mentre l'asteroide 130 Elektra aveva una mag di 12.9.
Dalle previsioni fornite l'occultazione, per la centraliatà aveva una durata si 20s con un dopo di 1.6 ( dati ricavabili dalla cartina sopra riportata).

Sopra è riportato il grafico da noi ottenuto, dove è bene evidente il calo di luminosità della stella.

Dai nostri dati risulta che l'occultazione ha avuto inzio alle ore 00:31:14 ed è terminata alle ore 00:31:31 per una durata di circa 17 secondi (+/-0.5s) con un drop di 1.7 magnitudine.


Si evidenzia, nel grafico sopra, la parte centrale dell'occultazione.

Racogliendo i dati degli osservatori di K63 Castelvecchio Pascoli di Roberto Bacci, e A29 Santa Maria a Monte Tavolaia di Mauro Bachini, Giacomo Succi, Elia Dal Canto e Fabrizio Mancini, si è proceduto ad unire le tre curve di luce, come evidenziato nella figurra seguente.
Si nota un leggero anticipio nel tempo di ingresso registrato dall'osservatorio di Tavolaia, come ci si aspettava dalla effemeridi

I dati raccolti verranno trasmessi all' IOTA, che dall'analisi delle curve di luce ottenute da tutti gli osservatori (circa 36). Sarà possibile determinare con sufficente precisione le dimensioni dell'asteroide e la forma.
130 Elektra ha due piccoli satelliti che, a quanto pare, non sono stati notati dai dati fin'ora raccolti.

L'astroide in passato era stato studiato da altri osservatori, in particolare da Gianni Casanuovo di Bolzano che nel suo sito web riporta la modellazione 3D ottenute analizzando la curva di luce ottenuta per determinare il periodo di rotazione.

giovedì 29 marzo 2018

Tiangong-1

Il 16 marzo 2016 l'agenzia spaziale cinese CNSA informa ufficialmente che la stazione paziale TIANGON-1 "non funziona più".
Da allora uffcialemnte il "palazzo Celeste" è fuori controllo, cosi inizia in pratica il declino che la portera ad effettuare un rientro in atmosfera incontrollato.
Non è certo la prima volta che assitiamo ad un rientro spettacolare di una sonda spaziale, ci non ricorda la fine della MIR la famosa stazione spaziale russa.
Beh in questo caso le cose sono un po diverse in quanto proprio a causa della perdita di controllo non sappiamo dove la TIANGON-1 andra cadere.
Certo la maggior parte dei componeti verranno distrutti in atmosfera a causa dell'attrito, visto che viaggia a 26.000 km/h.

La data di impatto è ancora incerta ma si presume che cada intorno al 1 aprile 2018 con un incertezza di 36 ore.
Qualche mese prima del previsto rientro l'interesse della comunità scientifica e degli astrofili e anche dei media si è interessata all'evento.

Ho lanciato una campagna osservtiva tra gli astrofili iatliani con il contributo della rivista COELUM, vedasi numero 220-2018, e con la Sezione Asterodi dell'UAI.
Sicuramente una sfida perticolrmente difficile, a cui pochi hanno creduto, ma che h dato i sui frutti, se pur limitati. Infatti l'obbiettivo era quello di provare a determinare l'orbita del Palazzo Celeste,, ma non ci siamo riusciti.

leonardo mazzei del GAMP - Gruppo Astrofili Montagna Pistoiese - è riuscito a catturare alcune immagini.

 Abbiano prodotto anche due animazioni,
ed una altra a larco campo dove si puo vedere sulla destra la costellazione di orione

Apochi giorni dal previsto rientro i calibri grossi hanno inziato a pubblicare informazioni: ASI, la protezione Civile ecc. con comunicati rassicuranti per i cittadini itliani, anche se non si può escludere che la nostra nazione possa essere raggiunta da alcuni piccoli frammenti.
La protezione civile ha dato i sui consigli con norme di autoprotezione, l'agenza europea ESA ha dedicato una pagina web all'evento con utili informazioni ed aggiornmenti in tempo reale.
Alcuni siti specifici permetto di monitorare in dieretta la traettoria della sonda.
L'astronomo Gianlca Masi Virtualtelescope è riuscito a catturare in diretta una impressionate serie di immagini visibili sul canale youtube.


 Sopra la fascia in cui si prevede il rientro della Tiangong-1 tra i paralleli
42.8 gradi N ed alla minima 42.8 gradi S

Nell'immagine sopra vengono evidenziate le dove dove è più probabile che l sonda precipiti: proprio in prossimita dei paralleli di rientro, ciò a causa dell'orbita del palazzo celeste che una bassa eccentricità per cui passa piu tempo proprio nele zone 42.8 gradi Noord e Sud. 


Vediamo nei prossi giorni cosa accadra.

31/03/2018


 data nominale il 1° aprile 2018 alle ore 9:26 UTC con incertezza e intervalli di confidenza (cioé intervalli di probabilità) pari a:

± 10,00 ore con intervallo di confidenza 80%;
± 20,00 ore con intervallo di confidenza 95%.

 a quanto pare l'evento non dovrebbe interessare il territorio italiano.

Comportmanto da adottare :
Se pur le probibilità che il rientro del "Pazzazzo Celeste" sul terriotrio italiano siano vermente basse, tendenti a 0, ammettiamo per un istante che un pezzettino venga a cadere vicino a noi come dobbiamo comportarci ?. Le istruzioni sono state date dalla Protezione Civile (http://www.protezionecivile.gov.it/jc…/…/rientro_tiangong.wp).
Non toccare il frammento in quanto potrebbe essere particolarmente caldo !!! inoltre potrebbero esserci sostanze pericolese per cui è bene state a una distanza di almeno 20 metri. Avvisare le autorità comeptenti (chi sono ?) beh chiamiano il 112/113 o qualche esperto del settore


E così la notte del 01/04/2018alle ore 00:16 Il palazzo cinene finisce la sua corsa nell'oceano pacifico.